“Il codardo muore mille morti, il coraggioso una morte sola?” “Sì. Chi lo ha detto?” “Non lo so.” “Probabilmente era un vigliacco” disse. “Sapeva molte cose sui vigliacchi, ma non sapeva niente sui coraggiosi. Un coraggioso muore magari duemila morti se è intelligente. Si limita a non parlarne.” Uno stile sublime, quasi poetico, accompagna l’intero romanzo di Hemingway che racconta ogni vicenda o descrizione con una scrittura dolce e intensa. Niente manca dunque alla contestualizzazione del romanzo che tuttavia non è riuscito a coinvolgermi. La caratterizzazione dei personaggi e lo svolgimento dei fatti, sono trattati in maniera distaccata, quasi ironica, con l’occhio disincantato che a primo acchito sembrerebbe tipico degli scrittori di inizio Novecento, ma che, in realtà, non viene mostrato fino in fondo e per questo non appassiona. Forse mi manca la giusta chiave di lettura, tuttavia, io non sono riuscita a apprezzare il modo dello scrittore di interpretare le due tematiche fondamentali del testo: l’amore e la guerra. I discorsi ripetitivi e banali dei personaggi mi sono risultati quindi solo superficiali e noiosi, la tragicità della vicenda stessa non mi ha spinta a cercare un messaggio più profondo. Ahimè so di essere impopolare con questa recensione, tuttavia, nonostante sia un classico intramontabile e una testimonianza senza eguali dell’esperienza di un soldato durante la Prima Guerra, non sono riuscita a affezionarmi a questo libro.
recensione di @ilibridiBoccadoro (instagram)
Traduttore: Fernanda Pivano
Editore: Mondadori
Collana: Oscar moderni
Anno edizione: 2016
Formato: Tascabile
In commercio dal: 10 maggio 2016
Pagine: 325 p., Brossura
  • EAN: 9788804665021