C’è Monique Lamont, procuratore distrettuale, bella, ricca, potente, senza scrupoli, una donna che non conosce la parola impossibile, eppure a volte estremamente insicura e sciocca. C’è Stump che è contemporaneamente un’agente di polizia di tutto rispetto e una meticolosa donna d’affari nel suo negozio di generi alimentari, piena di segreti e misteri. C’è Win, giovane agente di polizia, belloccio, agli ordini del procuratore distrettuale. E c’è anche Nana, la sua nonna strega che mette magia nelle parole, nelle azioni e in tutto quello che le gira intorno. Peraltro il personaggio che ho preferito e che stona in questa “americanata”. Si indaga su un un omicidio avvenuto nel 1962 cercando di imputarlo allo Strangolatore di Boston, eppure Win, indagando con Stump, scopre molto altro e, come in un rompicapo, improvvisamente ogni pezzo trova il suo posto. Personalmente non mi è piaciuto molto, l’ho trovato appunto un’ “americanata”. Per anni – molto tempo fa – ho letto i libri di questa scrittrice e la sua Kay Scarpetta mi piaceva, mi ci ero affezionata. Questo romanzo invece no, non l’ho amato per nulla.