In questo breve libro l’autrice, Marta Ascoli, racconta la sua esperienza di bambina ebrea nell’Italia degli anni ’40. Marta viveva allora a Trieste con tutta la sua famiglia. Essendo di religione ebraica, Marta viene deportata e vive sulla propria pelle l’ esperienza atroce dei campi di sterminio. Nonostante la minaccia di uscire dal campo solo attraverso il camino, nonostante la fame e le sofferenze, i problemi di comunicazione con persone che parlavano lingue diverse e la separazione da tutti i membri della sua famiglia, Marta non si arrende e non rinuncia a vivere. Ma la sofferenza è troppa e, quasi alla fine di questa esperienza, prova il forte impulso di lanciarsi contro il filo spinato e abbandonarsi per sempre al nulla. Ma le circostanze non le sono favorevoli, Marta continuerà a vivere e uscirà da quell’inferno. Non ci sono parole per commentare, ma è necessario continuare a leggere libri di questo genere per non dimenticare l’orrore del periodo più buio della storia italiana ed europea.

Anto Spanò