“Con Adriana almeno eravamo pari, abbandonate a noi stesse, sole nel mondo, sorelle. Litigavamo per la radio accesa mentre studiavo, la finestra che lei voleva aperta e io chiusa, i suoi orari di rientro. Per ognuna di noi restava la certezza dell’altra al fondo del dolore che non ci siamo mai confessate.”

C’è qualcosa nella narratrice di questa storia che mi accomuna a lei: forse la passione e gli studi di letteratura, forse il senso di responsabilità da sorella maggiore, forse la sensibilità tipica di chi a volte durante l’infanzia si è sentito solo. Adriana ha l’abitudine di irrompere nella vita degli altri, e in particolare in quella della protagonista, con la forza di un uragano. Ha una vita fatta di guai che la sorella cerca sempre di risolverle “dall’alto” della sua vita perfetta. Ha però anche il pregio di guardare in faccia la realtà e così la narratrice si renderà conto, con l’aiuto di quell’impudenza, delle falle del suo matrimonio e della necessità per lei di cambiare vita. Sbagli, impeti, delusioni, parole taciute, attenzioni discontinue: di questo sono fatte le due sorelle, che vivono entrambe amori patologici, tipici delle persone che non hanno conosciuto la lingua dell’affetto. La scrittrice ci regala con “Borgo Sud” pagine tese e intense, attraverso uno stile onesto e contemporaneo.

Alessandra Micelli