Una bellissima sorpresa questo romanzo, con una storia profonda e che riesce a toccare diverse tematiche. Ambientato alla fine dell’Ottocento, “Come sale sulla pelle” racconta la storia di Camilla, da bambina ha un terribile incidente, da quel giorno la sua vita cambia radicalmente, la disabilità la segna nel corpo, ma ancor di più nello sguardo degli altri. Cresce tra le derisioni e il peso di un’etichetta  “la zoppa” che sembra cancellare ogni altra parte di lei.  Anna Pavignano restituisce a Camilla una voce limpida e fiera. Non la racconta come una vittima, ma come una donna che impara, con ostinazione e dolcezza, a costruirsi un destino diverso da quello che le è stato imposto. L’incontro con Felice, un giovane studente di medicina, apre in lei una ferita nuova e insieme una possibilità: l’amore. Un amore che non ignora la fragilità, ma la accoglie, la riconosce, la fa diventare forza. Il romanzo attraversa anche un pezzo di storia dimenticata: l’emigrazione italiana verso la Francia, le discriminazioni che subivano gli italiani. L’autrice intreccia così il destino personale di Camilla con quello collettivo di un popolo in cammino, rendendo la sua vicenda ancora più universale.  La Pavignano riesce a raccontare un bullissimo selettivo, e come sia importante l’opinione degli altri, ma questo non per la nostra protagonista, Camilla è forte, coraggiosa e combattiva. Lo stile è essenziale e visivo, come da sempre nella scrittura dell’autrice. Ogni parola pesa, ogni immagine resta. Il titolo ” Come sale sulla pelle” racchiude tutto il senso della storia: il sale brucia, ma cura; è dolore e rimedio insieme. Così è la vita di Camilla, segnata ma viva, fragile ma piena di dignità. È un romanzo che parla di identità, coraggio e amore oltre i confini del corpo. E ci ricorda che, come il sale, certe ferite restano addosso solo per insegnarci a sentire più a fondo la vita. Una storia da leggere!

Angelica