Amanda è una giovane donna intrappolata in un presente sciatto e semi addormentato con una madre – Emma – segnata da un passato che l’ha fregata non prolungandosi abbastanza. Come arma per difendersi da un amore che desidera inconsapevolmente più di qualsiasi altra cosa, Amanda usa i numeri convinta di poter conoscere in anticipo il giorno in cui ogni gioia che la riguardi finirà. Così, giocando in difesa, per evitare di soffrire, anticipa le date licenziandosi o chiudendo le sue relazioni. Vanda, la sua amica a terapeuta, non si stanca però di ripeterle che sono i pensieri a dare forma alla realtà che ci circonda e che se una cosa la chiami con tutte le tue forze prima o poi arriva veramente. Amanda, cocciuta, dopo l’ennesimo licenziamento auto inflitto, accetta un lavoro con la sicurezza che non le piacerà e che per questo motivo, non dandole gioia, non avrà una data di scadenza. Invece si trova catapultata in una realtà che le fa rivivere intensamente la sua infanzia. “Ma sappi sin d’ora che nulla potrà essere efficace come un abbraccio da parte di suo padre” Passato e presente si mischiano e da bambinaia torna ad essere figlia, bisognosa di un amore che le è stato ingiustamente negato. “Se l’era sempre cavata da solo, nella buona e nella cattiva sorte, in quel matrimonio complicato con la vita” Già, la vita ci riserva un sacco di occasioni e altrettante sofferenze: a volte possiamo subirle, altre esserne gli artefici. Se c’è una cosa sulla quale questo libro mi ha fatto riflettere è sicuramente che non si può giocare in difesa. Che quella “vita da mediano” cantata anni fa da Ligabue, non sorte forse eccessivi dolori e se sei fortunato, grossi scossoni, ma non ti basta. Amanda deve alla fine scegliere se restare ancorata ai numeri rinunciando ancora alla vita o se rischiare. Che farà? Buona lettura
Maria Valentina Luccioli