L’omicidio di una giovane donna, Emelie, che si era da poco separata da un marito violento e lo stupro di una giornalista alle sue prime armi costituiscono il punto di partenza di una trama avvincente, di cui inizialmente il lettore non riesce a cogliere tutto il meccanismo, distratto dai diversi rivoli in la storia sembra dipanarsi. Tuttavia, man mano che ci si inoltra nell’avvincente lettura, i differenti fili della narrazione iniziano a intrecciarsi sempre più, ruotando intorno alla figura di una detective, Vanessa, donna sola e disperata, che sembra riunire in sé le caratteristiche delle vittime su cui si trova a indagare. L’avvio dell’indagine sul caso di Emelie porta Vanessa a scoprire una serie di altri reati che hanno come vittime delle donne, in una Stoccolma caotica e a tratti oppressiva, onirica e ultra-realistica insieme, segno e simbolo di una società priva di valori, su cui si stagliano figure maschili ora deboli e inaffidabili ora violente e pericolose o sfuggenti e inarrivabili. Fra queste, il tipo dell’ “incel”, il celibe involontario, schiavo dei social e incapace di creare un rapporto con l’altro sesso, costituisce un elemento di straordinaria forza emotiva, anche perché riporta il lettore a un quotidiano troppo spesso volontariamente rimosso. Attraverso il sapiente incastro fra le diverse trame, l’autore riesce a creare una storia avvincente, che affronta temi di grande attualità: la violenza sulle donne, la solitudine, l’emarginazione, l’odio nei confronti del “diverso”. Il tutto presentato con una potenza narrativa che ricorda i grandi maestri del ‘giallo’ nordico, da Camilla Läckberg a Lisa Marklund e Jo Nesbø. Da leggere assolutamente!

Maria Carolina Campone