Romanzo d’esordio dello scrittore abruzzese, Fontamara è uno dei tanti paesini immaginari della Marsica, zona montuosa dell’Abruzzo. I narratori della storia sono una famiglia fontamarese che tramite continui flashback e aneddoti, raccontano le vicissitudini e l’esistenza grama dei loro compaesani, delineandone le difficoltà e le ingiustizie che devono affrontare. È ambientato negli anni 30 nel periodo fascista e i contadini marsicani subiranno ancor di più la disuguaglianza sociale, non si renderanno conto della differenza tra una dittatura ed uno stato democratico, per generazioni la loro condizione è sempre stata caratterizzata da prevaricazioni e soprusi. Il protagonista principale dell’opera sono i “cafoni”, l’autore magistralmente ne esalta la figura, deresponsabilizzandone le cause del loro stato sociale. Il cafone causa ignoranza e miseria, due elementi correlati tra loro, è la vittima perfetta del sistema. Berardo Viola giovane contadino fontamarese, anche nelle sue limitazioni culturali, riuscirà parzialmente a rendere giustizia alla sua gente, senza alcuna istruzione e base politica, si avvierà in modalità autodidatta in un percorso di consapevolezza di lotta di classe. Ignazio Silone come Carlo Levi, rappresenta uno dei maggiori narratori di quelle zone d’Italia dimenticate, descrive in modo semplice ambienti e culture ataviche, racconta la vita degli ultimi riuscendone ad esaltarne la loro esistenza.
recensione di Antonio Martino
Editore: Mondadori
Collana: Oscar moderni
Anno edizione: 2016
Formato: Tascabile
In commercio dal: 18 maggio 2016
Pagine: XIV-166 p., Brossura
  • EAN: 9788804667933