Francies M. Morrone ha vissuto in Italia, suo paese di origine, fino all’età di diciotto anni. Si è diplomato presso l’istituto psico-pedagogico e, dopo aver concluso gli studi, ha deciso di trasferirsi all’estero e viaggiare per il mondo: in Australia, Francia, Nuova Zelanda e Regno Unito. Durante i suoi numerosi viaggi ha continuato a coltivare la passione per la scrittura.

Ciao Francesco che tipo di lettore sei?

Sono un lettore assiduo, orientato verso romanzi d’amore, horror, temporali e, a volte, anche thriller psicologici.

Da bambino che libri hai amato?

Mentre ero nella mia cameretta, da bambino, amavo prendere il grosso libro di fiabe di mia sorella più grande, infilarmi sotto le coperte e immergermi nelle fantastiche avventure scritte dai fratelli Grimm. Adoravo le loro storie, e le morali che avevano da insegnare in un’epoca così distante dalla nostra.

Che tipo di libri ami leggere?

Cerco di non avere pregiudizi nei confronti dei libri, per non rischiare di perdere contenuti che potrebbero insegnarmi importanti lezioni.

Come nasce Francesco scrittore?

Francies M. Morrone è nato dalla semplice idea di voler scrivere una storia che non c’era. Mi spiego meglio: al tempo, avevo finito i libri che avevo in casa, era sera, e dove vivo (non essendo una grande città), avrei dovuto percorrere chilometri prima di trovare qualche negozio di libri aperto. Quindi, mi sono detto perché non scriverla io? Si, sembra strano, ma è nato tutto così. D’altra parte, ho da sempre avuto questa grande passione per la letteratura, e in particolar modo per la scrittura. Quindi, dopo aver concluso gli studi, e dopo un paio d’anni vissuti all’estero, ho iniziato questo percorso.

Quali sono le difficoltà del tuo lavoro?

Purtroppo, le difficoltà di un autore sono quelle che riconducono alle vendite dei propri libri in Italia, troppi scrittori e pochi lettori.

Le cose che ami invece?

Adoro leggere, e cimentarmi in qualsiasi attività creativa o artistica che stimola il mio interesse. Faccio attività fisica tre o quattro volte a settimana, e, oltre a dedicarmi full-time alla scrittura e alla promozione dei miei libri, cerco di seguire i fan che mi seguono sulle mie pagine. Nel tempo libero, invece, mi accontento di poco, come un un semplice bicchiere di vino che accompagna una cena con la donna che amo (e con cui vivo). Per il resto, sono un giovane come tanti altri giovani della mia età. In quanto tale, intrattengo il mio tempo con un’uscita fra amici o una cena, cinema o una passeggiata sulle coste del mar mediterraneo.

Le soddisfazioni più grandi che stai ricevendo dallo scrivere, quali sono?

Quando ho iniziato, credevo si trattasse solo di questo, scrivere. Ho scoperto che non era così (risata). Le persone credono che basti scrivere un libro, oppure firmare un buon contratto con una casa editrice valida per ottenere il successo. Be’, voi come me, sapete che si sbagliano. I motivi per i quali ho raggiunto notevoli traguardi nel mondo della letteratura, e nella vita, sono la costanza, il duro lavoro e l’impegno di tutti i santi giorni. Soprattutto, la volontà di voler emergere nell’intricato mondo dell’editoria è stato ciò che mi ha portato a realizzare tutti i miei successi. Gli insuccessi, certo, sono stati molti, ma più che insuccessi io li definirei insegnamenti. Non è sempre stata facile, ma il percorso che ho scelto di fare mi ha aiutato a capire chi sono e cosa voglio dalla vita, e tutt’oggi continuo a pormi le domande giuste, alla ricerca delle risposte che ancora non riesco a vedere. Ovviamente, ci sono anche molti lati positivi nel mio lavoro, e sono quei momenti, quelli in cui sto creando la prossima storia che ho in mente di scrivere, la caratterizzazione dei personaggi, e come con il tempo lo svolgimento della trama prende forma e si trasforma; diventando un libro. Magari, non come m’è l’ero immaginato all’inizio, ma nei miei romanzi tendo a scrivere storie che si approcciano il più possibile alla vita reale, e nella vita, quella vera, non sai mai come andrà a finire, neppure io lo so, nonostante sia l’autore di quei romanzi. A parte questo, l’unico consiglio che mi sento di dare a chi mi ascolta è che la vita e bella, unica, e va vissuta fino in fondo. Per citare un famoso romanziere di successo “La vita, ora lo capiva, assomigliava a una canzone, al principio c’è il mistero, al termine la conferma, ma nel mezzo ci sono le emozioni che arricchiscono l’intera esperienza.”

Quali sono i libri che secondo te dovrebbero essere letti da tutti?

Quei libri che contengono sentimenti, lezioni ed insegnamenti. Che racchiudono fra le proprie pagine un concetto che può risvegliare una persona, o per lo meno farla riflettere. Il tuo secondo libro “ Il ricordo che ho di te” è uscito ora con Aletheia editore, vuoi raccontarci qualcosa? Esperienza piuttosto ambigua, direi, e mi sono approcciato a questa nuova realtà chiamata Aletheia un po’ per curiosità e un po’ per sperimentare una via diversa, non comune. Ero curioso di provare i metodi di questa casa editrice, e fino ad ora mi sono trovato molto bene. Mi hanno seguito e vi è un approccio molto diretto con i collaboratori, e questo mi piace. Inoltre, al contrario di molte CE in Italia sono trasparenti e limpide, e anche questo è un altro punto che li contraddistingue. Ripeto, per adesso mi sono trovato bene, vedremo nel corso degli anni e lungo la durata dell’intero contratto (sorriso).

Cosa hanno di particolare i protagonisti?

Davis, il protagonista del mio ultimo romanzo è un ragazzo molto intelligente e ha carattere. Ha un senso di giustizia sopra la media, a dispetto del suo lavoro e all’ambiente in cui vive. Invece, Charlie è una giovane e solare ragazza e ha la stessa età di Davis. É dolce e romantica, ma è anche molto determinata. Farebbe di tutto per le persone a cui vuole bene, e proprio per questa ragione, nonostante cavalcare sia la sua più grande passione, decide di partecipare ad un rodeo che potrebbe costargli la vita.

Perché hai scelto Aletheia editore?

Come dicevo prima, ciò che mi ha spinto a contattare Aletheia è stato il mio senso di curiosità nel voler sperimentare qualcosa di nuovo in questo mondo editoriale ormai così noioso e tutto uguale.

Ad un ragazzo che volesse intraprendere la tua attività cosa consiglieresti?

Leggi tanto, scrivi il doppio e soprattutto non avere fretta di condividere con il mondo il tuo libro. Prima o poi, però, dovrai avere questo coraggio e quando questo momento giungerà, buttati senza pensarci troppo. Commetterai errori, ma nulla sarà mai perso e irrecuperabile. Potrai avere sempre un’altra occasione, e se ciò che scrivi è valido, profondo è insegna qualcosa di importante ai tuoi possibili lettori, vedrai che avrai già fatto l’ottanta per cento del lavoro.

Un sogno che devi ancora realizzare?

Arrivare ad essere riconosciuto come uno dei migliori autori del nostro secolo. Lo so, sono ambizioso ma cosa ci posso fare? (Sorriso ammiccante) E poi, sognare non è una cosa negativa, ti spinge a capire ciò che realmente desideri. Siamo stati creati per sognare, lo facciamo quando dormiamo e anche quando siamo svegli, quindi, poiché siamo predisposti a sognare, perché non farlo in grande? (Altro sorriso).

Se qualcuno volesse contattarti dove può trovarti?
I miei fan più accaniti sanno già dove trovarmi, e anche i miei lettori, ma per chi non lo sapesse sono attivo sui seguenti social:
Facebook: https://www.facebook.com/franciesmorrone.it/
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Oppure potete visitare il mio sito www.angela-anagnost-repke-writer.jimdosite.com

Come vuoi salutarci?
Non sono mai stato molto bravo con i saluti, quindi direi che vorrei principalmente ringraziarvi per l’intervista che avete voluto concedermi.
Un caro saluto, e a presto!

Sinceramente,
Francies M. Morrone

intervista a cura di Anastasia De Masi