Siamo alla vigilia dei decimi Hunger Games voluti da Capital City per ricordare ai 12 distretti di Panem la loro sottomissione. Il protagonista di questo nuovo capitolo della saga è Coriolanus Snow, futuro presidente dello stato. Ma qui è ancora un giovane e brillante studente con problemi di sopravvivenza, che deve, invece, nascondere a tutti affinché il nome degli Snow rimanga illustre. La diversità rispetto ai precedenti volumi della saga sta nel fatto che, dopo 10 anni dalla fine della guerra, i giochi siano ancora abbastanza “primitivi”, nel senso che non sono ancora perfettamente organizzati. Servono idee ed è a questo scopo che vengono coinvolti gli studenti perche facciano ai concorrenti da mentori. A Coriolanus è assegnata la concorrente del distretto 12, il distretto dei minatori. Si tratta di Lucy Gray Baird, giovane cantante che sa ammaliare tutti, anche il suo stesso mentore, il quale si rivelerà fondamentale per lei per tutto il tempo di svolgimento dei brutali giochi. Il libro è diviso in tre parti e l’ultima è decisamente la più coinvolgente perché ricca di colpi di scena ed ambiguità. Le altre due sono abbastanza noiosette: da un lato possiamo tranquillamente affermare che l’autrice si dilunga un po’, dall’altro la visione dall’esterno dei giochi risulta troppo rapida e poco coinvolgente per il lettore. In questo libro troviamo, inoltre, maggiore brutalità rispetto ai precedenti volumi, nonostante i giochi siano di per sé brutali punizioni, impensabili al di fuori di una società distopica e post apocalittica. In conclusione, non posso dire che il libro non mi sua piaciuto, ma penso che abbia una serie di difetti evitabili, o quantomeno contenibili. Come già affermato da tanti, se volete iniziare la saga, non iniziate dal prequel.

Anto Spanò