Questo è un romanzo all’apice delle letture, molto conosciuto e abbastanza recensito, infatti, non vi narro la trama, delineando la storia dei “Florio”, ma metterò in luce le tematiche che ho rilevato leggendolo: il lettore entra nella vita dei Florio, da quando il loro era solo un cognome tra i tanti, fino a quando, solamente il pronunciarlo, rappresenterà, invece, il potere. E in questo passaggio, si sente il sacrificio di Paolo e Ignazio, la loro grande determinazione, la capacità di intuire la direzione del futuro commerciale, influenzandolo; ma anche le loro interiori debolezze che la vita, inevitabilmente, ha messo loro di fronte, soprattutto quando dovranno salutare per sempre chi hanno amato; ma vi è anche la nascita, tanto bramata, dell’erede maschio, colui che garantirà la sopravvivenza dei Florio e darà un senso ai sacrifici di una vita intera, a volte stroncata beffardemente dal destino. Ma accanto a tutto, c’è la donna, figlia, madre, moglie, che nonostante sia relegata, come l’epoca richiede, alla “casa”, rappresenta il fulcro dell’esistenza maschile, perché in lei si trova sostegno, amore, serenità. Con una scrittura scorrevole, caratterizzata da un linguaggio semplice, a tratti con frasi idiomatiche ed espressioni dialettali, la scrittrice delinea l’atmosfera di una città affascinante come Palermo e la storia di una delle famiglie più potenti, che hanno contribuito a renderla tale. Buona lettura!
recensione di Clelia Zarbà