Poi che corso buon tratto ebbimo il monte
a mezza costa per castani e forre
un ermo bianco vidimi di fronte

che per ispide rupi alza la torre
e battendolo il sol morendo arrossa
la roccia e il muro che sovr’essa corre,

sotto la valle, d’alto suon commossa
del suo torrente, ombrandosi per sera
chiama al riposo in sua silvestre fossa.

Ma le pinete nella notte nera
crosciano lungi per forre e per gole
ululando si addentra la bufera.

Carlo Emilio Gadda (Milano, 14 novembre 1893 – Roma, 21 maggio 1973) è stato uno scrittore, ingegnere e poeta italiano. Viene riconosciuto come uno dei più importanti scrittori e poeti italiani del 900 e di sempre, scrivendo soprattutto per la Solaria, fino a collaborare con programmi culturali della Rai. Scrisse autentici capolavori come il suo romanzo più conosciuto Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, e altri come La cognizione del dolore, Eros e Priapo,La Madonna dei Filosofi, e molti altri. Il 14 novembre del 1893 nasceva a Milano, Carlo Emilio Gadda da Francesco Ippolito Gadda e l’ungherese Adele Lehr. Muore il 21 maggio del 1973 a Roma.

 

Tutti oramai lo chiamavano don Ciccio. Era il dottor Francesco Ingravallo comandato alla mobile: uno dei più giovani e, non si sa perché, invidiati funzionari della sezione investigativa: ubiquo ai casi, onnipresente su gli affari tenebrosi. Di statura media, piuttosto rotondo della persona, o forse un po’ tozzo, di capelli neri e folti e cresputi che gli venivan fuori dalla metà della fronte quasi a riparargli i due bernoccoli metafisici dal bel sole d’Italia, aveva un’aria un po’ assonnata, un’andatura greve e dinoccolata, un fare un po’ tonto come di persona che combatte con una laboriosa digestione: vestito come il magro onorario statale gli permetteva di vestirsi, e con una o due macchioline d’olio sul bavero, quasi impercettibili però, quasi un ricordo della collina molisana.
“Incipt, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana”