– Non ti senti bene? diceva Leo con la sua querula pazienza. – Ti sto chiedendo se giocavi a tennis nella vita.
– No no. – rispose a precipizio. – Troppo caro. Sentivo che quello era il mio gioco, ma troppo caro. Il solo prezzo della racchetta mi faceva rimordere la coscienza. Così mi diedi alla pallacanestro.
– Magnifico sport – disse Leo. – Tutto anglosassone. Milton, non ti è mai passato per la testa, allora, che chi praticava la pallacanestro non poteva esser fascista?
– Già. Ora che mi ci fai pensare.
– E tu, eri un buon cestista?.
– Ero… discreto

“Da Una questione privata”

Giuseppe Fenoglio detto Beppe (Alba, 1º marzo 1922 – Torino, 18 febbraio 1963) è stato un partigiano, scrittore e traduttore italiano. Viene riconosciuto come uno dei scrittori italiani più importanti del 900, soprattutto in riguardo alla resistenza durante alla seconda guerra mondiale, e anche per lo stile di vita verso la povera gente. Fu anche un eccellente traduttore. Il  1º marzo del 1922 nasceva a Alba, Beppe Fenoglio. Muore il 18 febbraio del 1963 a Torino a causa di un’infezione aerea causa dall’eccessivo vizio del fumo.

Johnny stava osservando la sua città dalla finestra della villetta collinare che la sua famiglia s’era precipitata ad affittargli per imboscarlo dopo il suo imprevisto, insperato rientro dalla lontana, tragica Roma fra le settemplici maglie tedesche. Lo spettacolo dell’8 settembre locale, la resa di una caserma con dentro un intero reggimento davanti a due autoblindo tedesche not entirely manned, la deportazione in Germania in vagoni piombati avevano tutti convinto, familiari ed hangers-on, che Johnny non sarebbe mai tornato; nella più felice delle ipotesi stava viaggiando per la Germania in uno di quei medesimi vagoni piombati, partito da una qualsiasi stazione dell’Italia centrale.

“Da Il partigiano Johnny”