Flannery O’Connor(1925- 64) è una scrittrice statunitense nota perlopiù per la produzione di racconti. Scritto nel 1960 “Il cielo è dei violenti” è l’ultimo dei suoi due romanzi che prende il titolo da un versetto del Vangelo di Matteo. La scrittrice era una fervente cattolica, viveva in campagna da sola con la madre allevando pavoni e quando scriveva le dita sui tasti della macchina da scrivere sapevano trasformarsi in una mazza chiodata. “Non alzò gli occhi al cielo ma era sgradevolmente consapevole delle stelle. Gli parevano buchi nel suo cranio”” Un ragazzino allevato da un vecchio prozio, che afferma di essere un profeta e che alla morte gli lascia due compiti da adempiere, è il protagonista di una trama che si snoda lineare in pochi giorni e con pochi personaggi. Tutto fa pensare a un romanzo di formazione -il clamore de “Il giovane Holden” era ancora vivo- ma il dubbio che sia esattamente il contrario resta fortissimo. Sarcastica, ruvida quando non violenta, la scrittrice ci porta in un mondo lontano con una scrittura chiara, senza artifici e ammiccamenti eppure sorprendente. Nella dicotomia scienza e fede, vecchio e nuovo, superstizione e conoscenza, Flannery O’Connor, riesce a creare qualcosa che non è esistito, il Medioevo americano. E lei è la strega da bruciare sul rogo.

recensione di Beatrice Maffei

Traduttore: Gaja Cenciarelli
Editore: Minimum Fax
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 27 agosto 2020
Pagine: 240 p., Brossura
  • EAN: 9788833891835