A: Benvenuti a tutti , oggi abbiamo il piacere di avere con noi Marcello Muccelli, io insieme al
collaboratore Lorenzo Peluffo faremo l’intervista per parlare del suo libro “Haiku”. Marcello,
vuoi dirci brevemente qualcosa su di te? Sei toscano vero?
M: Buongiorno a tutti! Io sono di Pistoia, sono pistoiese trasferito a Roma prima e a Ostia poi per
amore, dato che mia moglie è romana. In questo momento sospeso di zone colorate che ogni giorno
in base all’arcobaleno prendono delle sfumature diverse, mi sento esule come un nostro grande
conterraneo che circa 700 anni fa è stato mandato via, di cui quest’anno sono 700 anni della
dipartita, ovvero il nostro amato Dante. Ho trovato il mio amore qui con cui ho aperto una libreria
per bambini, ” Il BrucoTondo”, dove sono chiamato il “Maestro Ciambello”, il titolo onirifico più
bello che mi hanno dato perchè me lo hanno dato dei bambini.
A: Tu lavori tanto coi bambini vero? Fai teatro?
M: Sì sì, faccio teatro coi bambini, ho fatto centri estivi, faccio attività, letture animate all’aria
aperta e nella natura. Tra una cosa e l’altra mi diletto a scrivere “Haiku”perchè come tutti i teatranti
sono una persona di tante parole nonostante la mia scuola teatrale venga molto dall’uso del corpo
ma alla fine quando sei in scena devi usare tante parole. Invece gli haiku ti cominciano a fare
accorciare tutto ciò che vuoi dire in 17 soli fonemi, in 17 suoni. La nostra lingua italiana è bella
perchè a volte abbiamo delle sillabe che sono piuttosto lunghe però hanno sempre un suono, un
suono solo e quindi possiamo scriverne molto di più, perchè l’haiku avrebbe detto tutto in un respiro
però è più difficile dirlo tutto in respiro. Ma magari quando prendiamo il punto di interpunsione e
prendiamo fiato è il momento di sedersi sul trampolino per saltare, fare il salto nella nuova
emozione che ti può dare l’haiku. Curo anche una rubrica di teatro nel gruppo “Amo i libri, l’arte e
non solo…”, uno dei gruppi di Angelica dove sono presenti diversi contributi che vengono dati che
sono interessanti, articolati, spesso calzanti e aprono diversi punti di vista.
A: Certo la lettura è successiva ed è giusto anche avere gusti diversi. Come ti è venuta in
mente l’idea di scrivere gli haiku?
M: Tra una cosa e l’altra quando sei in giro vedi qualcosa che ti colpisce l’immaginazione e poi ti
causa dentro delle emozioni. Allora volevo scrivere queste emozioni in una forma che fosse non la
solita poesia lunga, bellissima, ma magari un po’ troppo aulica e complessa. Volevo cercare nella
semplicità di scattare una fotografia con le parole.
A: Sono molto divertenti queste combinazioni che si possono fare tra haiku diversi.
M: Ho cercato di curare proprio il fatto che questi si potessero scambiare, che le frasi si potessero
mescolare una con altri haiku per crearne altri nuovi, così il libro diventa un iper haiku, come un
tesseract che continua a formarsi, creando infinite combinazioni.
A: Per gli haiku ti ha influenzato anche la tua religione? So che sei buddista.
M: Allora, qualcosina si perchè un haiku è dedicato al Buddha, ma è innegabile che gli haiku
nascono in un paese che è il Giappone dove in quel momento la maggioranza delle persone che
seguivano le religioni erano buddisti. Se erano Shintoismi erano sempre influenzati dal buddismo.
Ora i giapponesi buddisti che usano il cora usano delle parole che sono i koan, che devono creare
dei corto circuito nella mente. Questa cosa del cortocircuito è una cosa che è negli haiku ovvero il
Kiresci è una censura, un taglio, per cui crea un’emozione, un cambio di direzione che causa uno
stupore che ti porterai dentro e magari ti fa bene ti da del benessere dentro.
  • L: Io mi sono illuminato con  l’haiku sulla Toscana, quelle poche parole mi hanno fatto tornare in
    mente le colline toscane che sembrano proprio delle cartoline. Un altro è quello relativo alla
    fine di Febbraio.
    M: il primo haiku è perchè io abito a Roma ma la mia famiglia è originaria di Pistoia, dove è ancora
    presente una parte della mia famiglia, anche perchè è un panorama che ho nella testa e ce le
    fotografiamo. Il primo è dovuto al viaggio che faccio per andare in Toscana spesso passo
    sull’aurelia, passando da Grosseto per andare nelle colline senesi. Sono posti, con le colline col
    grano tagliato e ingiallite con i cipressi solitari e richiama un preciso momento dell’anno, cioè
    quello tra la primavera e l’estate, coi colori presenti di quel periodo. Anche quello di Febbraio è
    perchè spesso negli haiku ci sono dei riferimenti a un tempo e una zona precisa.
    A: Per la copertina ti sei ispirato a qualcosa in particolare? Da cosa sei stato ispirato?
    M: Ha fatto tutto da sè Maria Zaccagnini perchè lei è andata sulla mia pagina Facebook, quando le
    hanno detto che ci sarebbe da fare la copertina di haiku di questo autore, mi ha contattato e ha
    iniziato a vedere le mie foto con la tuba e naso rosso, che facevo giochi di prestigio mentre leggevo
    fiabe ai bambini oppure mentre giocavo al teatro.
    A: Quindi ti rappresenta in pieno.
    M: Sì, mi ha ispirato questo: un giocoliere, un clown cantastorie che prende i fiori da terra e li lancia
    in cielo e li trasforma in stelle e viceversa. Ci ha messo le stagioni, dalla notte alla primavera
    comprese le colline toscane proprio perchè richiamava la natura e il passaggio del tempo. Sono io
    che viaggio allegro e ingenuo pronto a fare una prossima cavolata. Consiglio a tutti di leggere anche
    la quarta di copertina dove ci sono i commenti che hanno fatto le persone quando gli ho detto che
    avrei scritto il libro, ad esempio la figlia dice “te lo regalo per Natale con la dedica dell’autore, lo
    conosco bene!”
    A: Ci delizierai ancora con altri? Ci sarà un seguito?
    M: Gli amici mi hanno chiesto di scriverne altri, l’editore non lo so se sarà contento.
    In diversi hanno comprato questo libro e lo stanno leggendo; arrivano anche riscontri da altre
    persone di cui non mi sarei mai aspettato. Sono rimasto sorpreso anche perchè raffrontato a certi
    nomi e a certe persone, credo che sia la fortuna degli haiku, sono scritti con parole semplici e
    chiunque li capisce, arriva a tutti e tutti abbiamo dei ricordi e delle emozioni, dei sogni e dei
    desideri un haiku potrebbe toccarti negli archetipi ed è ovvio che possa parlare a chiunque abbia un
    cuore e una mente aperta e lo ascolta.
    A: Bene bene, tutto meritato!
    M: Grazie, grazie mille! Vediamo anche man mano come procede e come viene fuori. Nella vita
    non si potrà mai dire chissà se in futuro si potrà dire “ho conosciuto il maestro Ciambello”.
    L: Come sei venuto a conoscenza degli haiku? Da cosa è nata questa passione?
    M: Per caso, proprio per caso! A Roma ci sono diversi istituti di cultura di vari paesi del mondo e
    c’è un istituto di cultura giapponese dove venivano fatte diverse mostre e incontri sulla cultura
    giapponese; lì ho conosciuto dei maestri che hanno scritto haiku che mi hanno fatto innamorare di
    questo mondo. La prima volta che ho letto un haiku, questo mi ha fulminato e ho scoperto un
    mondo nuovo; anche la nostra lingua riesce a descrivere bene quelli che sono gli haiku, dando
    diverse emozioni con poche parole. Comunque anche questi sono dai 3 ai 103 anni.
  • A: Benissimo, noi consigliamo a tutti di acquistarlo perchè sarà una piacevole scoperta, anche
    perchè si potrà riprendere più volte e pian piano leggere haiku diversi.
    M: Grazie mille a voi per la vostra disponibilità.