“‘L’amore immaginato, cantato alla luna’ è un titolo nato qualche anno fa, una sera che guardavo la dama pallida nel cielo, come facevo da sempre, quasi fosse un gesto rassicurante e consueto, che compivo prima di andare a dormire. Devo averla guardata troppo a lungo, devo averle posto qualche domanda, deve avermi ascoltata, perché dopo quella notte ho ritrovato la parole perdute, quelle che per tutta la vita avevo cercato, pur avendone in quantità spropositata, così tante da prestarne e regalarne anche agli altri. […]” (Dall’introduzione dell’autrice)