Vigata. Anni trenta. Puntualmente, quindici giorni prima di ogni cambio di stagione, Ciccino Ferreira, detto “Beccheggio” arriva in paese con un carico di vestiti per signora confezionati da una nota sartoria di Palermo. L’esposizione e la vendita durano tre giorni. Le acquirenti certo non mancavano. Tra le assidue clienti v’e’ Tanina Bucce’ che, in quanto moglie del locale segretario politico fascista, è ” capa delle fimmine fasciste di Vigata”. Tanina non e’ ben vista dalle altre donne del paese perché abusa della sua carica. Ha quindi pochissime amiche. Un giorno, durante la permanenza di “Beccheggio” in paese, una di queste le confida in gran segreto di aver gradito le attenzioni del rappresentante mentre stava provando il vestito appena acquistato e che molto volentieri lo avrebbe atteso con ansia per le prossime volte. Tanina, sorpresa dal segreto rivelatole, decide di mettere a sua volta alla prova il rappresentante sperando vivamente di essere a sua volta oggetto di attenzione durante le prove del vestito anche da lei appena acquistato. Ma il suo desiderio rimane inappagato. Lo sconcerto di Tanina si trasforma in rabbia quando dopo discrete indagini riesce ad appurare che gran parte delle donne di VIgata si sono concesse al rappresentante durante le prove. Tanina allora, ipotizzando che “Beccheggio”, probabilmente comunista, approfittando di tante madri di famiglia, abbia voluto infangare i più alti valori del fascismo, pensa che sia in atto una congiura e decide di denunciarlo al Segretario Federale di Montelusa. Ma la sorpresa sarà amara….. Un gradevole racconto che si legge d’un fiato. Un quadretto di vita della provincia siciliana durante il fascismo, “dipinto” da Camilleri con la solita, apprezzatissima, grande maestria.
Domenico Intini