La notte è una balera deserta
due anime smorte recitano il tango della pietà.
E sei qui senza chiederne per te.
I ricordi danzano sotto le palpebre
e i piedi disegnano il futuro
inchiodato alla croce di un vento
che non ci spalanca più.
E sono qui per desiderarti, mezzanotte,
come fossi anch’io scarto di luce.
La musica è finita -hai una canzone
per me, solitudine?- comincia la vita.
Conti le vertebre dei miei anni,
mancano troppi solchi per i tuoi cento
fallimenti. Avanzi, vorrei fuggire,
ti ritrovo a puntare il dito sulla mia fronte.
Imploro e non mi senti.
Non si improvvisano i sogni impossibili.
Impassibile strappi la tua immagine,
si apre la voragine dove ti avevo creato,
plasmato. Dimenticato.
Hai caricato troppa polvere da sparo
in quegli occhi, amore. Taci adesso,
se respiri l’anima dalla mia bocca, esplodi.
Rimani?
Mirela Stillitano