Ha smesso di parlare il boschetto dorato
con l’allegra lingua delle betulle
e le gru, volando mestamente,
ormai di nessuno hanno compassione.

Compatire chi? Ognuno al mondo è un pellegrino
se ne andrà, passerà e di nuovo abbandonerà la casa.
Sogna tutti quelli che se ne sono andati la canapaia
con la grande luna sull’azzurro stagno.

Sto solo in mezzo alla pianura spoglia
se ne rivanno lontano col vento le gru
io, sono colmo di allegra giovinezza
ma non compiango nulla del passato.

Non compiango gli anni sprecati invano,
non compiango la fioritura color lillà dell’animo,
nel bosco arde un falò di sorbo rosso
ma non può riscaldare nessuno.

Non bruceranno i grappoli di sorbo,
l’erba non sparirà perché ingiallita,
come l’albero lascia cadere senza rumore le foglie,
così io lascio cadere le parole tristi.

E se il tempo, sparpagliandole col vento,
le ammucchia in’inutile zolla..
dite così…che il bosco dorato
ha smesso di parlare con lingua gentile.

 

Sergej Aleksandrovič Esenin