Griet è la giovanissima figlia di un bravo artigiano che, con il suo lavoro, sosteneva economicamente la famiglia. Ma adesso l’uomo è diventato cieco e tocca a Griet lavorare come donna di servizio presso la famiglia del celebre pittore Veermer. Il lavoro per Griet è faticoso, ma la sua tenacia riesce a farglielo sopportare. Ma non si tratta solo del lavoro! Griet deve anche sopportare i capricci della moglie del pittore e i dispetti di una delle tante figlie dei Veermer. Tra le mansioni della nostra protagonista c’è anche la pulizia dello studio di Jan Veermer. Ma lì è come se dovesse passare una mano invisibile, tutti gli oggetti devono rimanere al loro posto per non compromettere le proporzioni degli sfondi che l’uomo sta dipingendo. Nessuno può entrare nello studio proprio per non turbare quell’equilibrio di proporzioni, forme e colori. Solo Griet può farlo. Griet è attratta da quello studio, è attratta dai dipinti che prendono forma giorno dopo giorno ed è attratta dalla strana figura di Jan Veermer, che poco a poco la coinvolge nel suo lavoro facendole preparare i colori per lui. Quando un facoltoso cliente ordina un dipinto che abbia per soggetto Griet, le cose in famiglia si complicano…Griet, accusata del furto degli orecchini di perla, è costretta a lasciare il lavoro. Ma i due protagonisti non si dimenticheranno mai, come scopriremo alla fine. Si tratta di un bel romanzo storico in cui due membri di ceti sociali opposti della Francia del XVII secolo si incontrano e sono coinvolti da una relazione platonica molto intensa. Il fatto che tutto sia contornato dal mondo dell’arte, rende la storia molto affascinante. Devo ammettere che questo libro mi è piaciuto molto, anche per la ricchezza con cui sono curate le personalità dei vari personaggi.
Anto Spanò