Il protagonista di questa breve storia, ambientata in Francia nei primi anni del Novecento, è un ragazzino tormentato, Saša.
Il giovane vive con il fratello Ivan in una misera stanzetta, dopo che la madre è fuggita via con un ricco americano per ottenere una vita agiata in cui potersi sentire anche amata.
Mentre Ivan progetta il matrimonio con una sarta, anch’ella di origine russa, Saša sta studiando per intraprendere una carriera legale che possa assicurargli un futuro migliore.
Poi all’improvviso appare lei, Lena. Si tratta di una ragazza di buona famiglia, che mostra subito la propria indole di donna emancipata.
Saša si invaghisce di lei, diventa il suo amante ed è talmente turbato da questo incontro, da diventare molto diverso dal ragazzo semplice che è sempre stato!
Dall’incontro con Lena tutto ai suoi occhi appare diverso ed anche lui, come la madre, intravede la possibilità di un benessere, a cui, sotto sotto, ha sempre aspirato.
Ma siamo sicuri che Lena incarni la perfezione, un rifugio sicuro, una svolta?
Beh, diciamo che questo ragazzino turbato non è proprio un personaggio che abbia amato, anzi direi il contrario…
Che voglia essere questo un breve romanzo di formazione? Ma in genere, il protagonista di tali romanzi alla fine si trova a maturare, qui mi sa che possiamo assistere soltanto ad una regressione morale.
Quindi? Qual era l’intento della Berberova? Credo proprio che mi sia sfuggito e ciò mi abbia impedito di entrare in sintonia con la storia e con i personaggi.
Ho trovato i personaggi indolenti e la storia poco coinvolgente. La pecca è sicuramente mia, ma così è!
Anto Spanò