“Il lutto è un’occupazione che dura tutta la vita” Questa frase, estrapolata dalle pagine iniziali del romanzo, condensa il senso della storia narrata, una storia che, pur svolgendosi in Sudafrica, apparentemente non ha alcun riferimento diretto ai grandi sconvolgimenti politici, sociali e culturali che hanno cambiato la fisionomia di questo Paese, ma simbolicamente li riflette nella vicenda delle due protagoniste, Milla e Agaat. Milla, oramai anziana, rievoca la sua vita, a partire da quando Jak de Wet, ricco e spavaldo, arriva a Grootmoedersdrift, la fattoria della sua famiglia, per chiederla in moglie. Bastano pochi anni di matrimonio perché Milla si renda conto che Jak, viziato e inconcludente, non solo non è in grado di lavorare, ma anche che è un razzista, che non tollera gli hotnot, i «negri» e soprattutto Agaat, la serva di Milla, che lei ha cresciuto ed educato sin da quando era bambina, nonostante una grave malformazione, e a cui è profondamente legata. Un giorno però Milla avverte i primi segni della terribile malattia che paralizza gradualmente ogni parte del corpo fino a toglierle la parola. Costretta a vivere prigioniera del suo stesso corpo, accudita dalla sola Agaat, dopo che il suo matrimonio è finito, Milla comprende il senso del suo legame con l’amica-cameriera e, più in generale, il valore dei sentimenti e della famiglia.

 

Maria Carolina Campone

 

Libri di Marlene Van Niekerk

Marlene Van Niekerk

1954,

è nata nel 1954 in una fattoria di Caledon, nella Provincia del Capo Occidentale, in Sudafrica. Dopo gli studi in psicologia, lingue e letteratura, ha ottenuto una cattedra prima all’università di Witwatersrand e poi di Stellenbosch, dove insegna Letteratura afrikaans e olandese.

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