La storia di Mary, sbarcata in Cina dalla Scozia nel 1903 per sposare il fidanzato Richard che a stento conosce, si dipana in forma di diario, alternato a lunghe lettere. Educata secondo le rigide regole vittoriane, Mary pagherà in prima persona un prezzo altissimo per aver cercato la sua felicità. Imprigionata in un matrimonio infelice e in un paese straniero, la protagonista è travolta dalla passione per un samurai giapponese, Kentaro Kurihama. Scoperta dal marito e cacciata di casa, senza possibilità di rivedere la figlia Jane, Mary lascia la Cina per il Giappone, illudendosi di poter essere felice, ma sarà intrappolata in un mondo ancor più ostile alle donne, in cui non si ha diritto neanche ai sentimenti. Sullo sfondo di vicende storiche epocali –i due conflitti mondiali, il grande terremoto di Kanto, la seconda guerra sino-giapponese, l’industrializzazione del Giappone- Mary riuscirà comunque a conquistare e difendere la propria indipendenza. Accanto a lei, una serie di figure femminili minori –la fatua Marie, la baronessa Aiko, la triste Emma Lou, condannata a una maternità non voluta, la contessa Kurihama- è dilaniata dallo scontro fra il rispetto della tradizione e l’avanzare di una modernità inarrestabile. Il romanzo ha un ritmo sorprendente: a un avvio piuttosto lento e, a tratti, apparentemente scontato, fa seguito, a partire dall’incontro fra Mary e Kentaro, una prosa avvincente e una narrazione coinvolgente, che trasportano il lettore in un mondo, quello nipponico, e in una società, quella dell’aristocrazia dei samurai, che si imprimono nella mente con la vivacità di un affresco.

Maria Carolina Campone