Questo libro è stato scritto nel momento in cui l’autrice è venuta a conoscenza della morte del protagonista del suo più celebre romanzo, L’amante. Ed è con questo nuovo romanzo che ricorda e riscrive una storia d’amore “proibita” nell’Indocina degli anni ’30, tra un adulto cinese e una bambina di appena 15 anni. Lui è ricco, promesso sposo da anni, fumatore di oppio e legato alle tradizioni millenarie della cultura cinese. Lei è giovanissima, figlia di una maestra che è stata colpita duramente dagli eventi. La famiglia è piena di debiti e in più è alta la preoccupazione per il figlio maggiore, che, fortemente dipendente dall’oppio, non è più in grado di scindere il bene dal male. La storia d’amore tra i due inizia per caso, una sorta di colpo di fulmine improvviso che porta i due amanti a trascorrere molto tempo nella garconniere di lui. E’ qui che la ragazzina scopre l’amore fisico ed esterna le proprie preoccupazioni. Entrambi sanno che è una relazione destinata a concludersi a breve e la vivono pienamente, ma con estrema sofferenza. Non posso dire che non mi sia piaciuto questo libro, ma nemmeno che l’abbia amato! Ha tutti gli ingredienti che solitamente mi invogliano alla lettura, compresa un’atmosfera cupa e, a volte, asfissiante. Forse è lo stile a non avermi conquistata. E’ scritto come se fosse una sorta di sceneggiatura di un film, con tanto di consigli sulle scene da rappresentare sullo schermo. Per i miei gusti è troppo didascalico e poco amalgamato.

Anto Spanò