Storia d’amore scritta da un autore australiano che descrive un uomo con evidenti problemi di relazioni sociali. È il protagonista che parla in prima persona ed è di un candore disarmante. Don è un professore universitario, specializzato in genetica, estremamente intelligente ed organizzato. Nel libro non viene mai fatta una diagnosi del soggetto, ma traspare immediatamente dalle prime pagine che Don ha caratteristiche legate allo spettro dell’autismo. È schematico, maniacale, ha una tabella di marcia quotidiana puntigliosa tanto da non sprecare nemmeno un minuto del suo tempo che non vive mai in rilassatezza ma costantemente finalizzato a imparare o fare qualcosa di produttivo. Mal sopporta il contatto fisico, non è empatico ed è negato nelle interazioni sociali perché è trasparente, quello che pensa, dice. Può sembrare un soggetto negativo, in realtà a me ha ispirato subito una gran tenerezza. Si rende conto di essere “tarato” in un certo modo ma il suo modo di vivere è lineare, senza imprevisti e lui lo trova perfetto così. L’osservazione della sua anziana vicina di casa che gli dice “Saresti un marito perfetto” lo induce a creare il Progetto Moglie. Per non perdere il suo preziosissimo tempo in appuntamenti che lo mettono in agitazione, prepara un questionario e fa una selezione molto discriminante. I suoi unici due amici, Claudia e Phil, una coppia di psicologi, con i quali si confronta per chiedere consiglio, gli fanno notare che è carente nei rapporti sociali e che dovrebbe fare esercizio. Don decide quindi di affidare a Phil la visione e la scelta delle candidate del questionario, cosa che Phil non farà mai. Gli manda invece Rosie, una sua studentessa di psicologia, per motivi legati ad una scommessa su una divergenza di opinione. Don fraintende, pensando che sia una candidata del Progetto Moglie, la invita ad uscire e si rende immediatamente conto che non è affatto idonea. Quello che si raccontano durante la cena però fa scattare tutta una serie di meccanismi nella sua testa e pur escludendola dal Progetto moglie, continua a cercarla per un altro progetto che riguarda lei e che prenderà sempre più a cuore. L’autore si chiede se l’amore può cambiare un uomo. Don non è un uomo comune. La risposta è comunque sì. La voglia di stare con Rosie spinge Don a modificare le sue abitudini pur di poter passare del tempo insieme a lei. Con la testa che ha, ci metterà tutto il libro per capire che il questionario del Progetto Moglie è fallimentare, soprattutto quando troverà la candidata perfetta per la quale però non proverà alcun feeling e per “diagnosticarsi” innamorato e spaventato dal fatto che Rosie, che possiede terribili difetti riscontrati nel questionario, potrebbe non accettarlo per quello che è. Lei è così fuori dai suoi schemi che Don si ritroverà a studiare per migliorare i suoi comportamenti sociali e lei gli dimostrerà che vivere è anche lasciarsi andare e improvvisare. Un romanzo scorrevole, leggero eppure pieno di spunti di riflessione. L’osservazione più acuta di Don all’interno del libro riguarda la sua “malattia”, quando si rende conto che ognuno di noi indossa delle maschere convenzionali e sociali per interagire con chi ci circonda ma che spesso e volentieri non ci rappresentano per quello che realmente siamo, perciò o siamo tutti “malati” o nessuno lo è.

recensito da Laura Di Flaiano