Per la prima volta recensisco un libro senza averlo finito di leggere, ma si tratta di una raccolta di poesie, “L’anima in fiamme” di Marina Cvetaeva, e un libro così non si termina mai. Innanzitutto va fatto un complimento alla piccola casa editrice “Acquaviva delle Fonti” e al suo creativo editore, la cui vena artistica si riversa nella cura messa nei volumi pubblicati. Questo in particolare, tenendolo tra le mani, riesce a evocarmi la fiaba e il gelo. Il talento poetico di Marina Cvetaeva (1892 -1941)si affermò subito, si può dire che sia nata poeta, a diciotto anni già aveva pubblicato con successo i suoi scritti adolescenziali. Poi la Rivoluzione, la caduta dell’impero zarista, la guerra, la povertà, un susseguirsi di eventi tragici e la poesia che leniva le ferite, infondeva sangue nuovo, fino al triste epilogo. Componimenti brevi, fulmini sulla pagina bianca, o bellissimi poemi, lunghe cavalcate tra parole e simboli, i suoi versi diventano nuovi orizzonti davanti ai quali si rimane in in ascolto della sua anima in fiamme. Mi sono posta la domanda se c’è ancora un significato oggi a leggere poesie, no non c’è. E leggo poesie.

 

recensione di Beatrice Maffei