E’ un racconto autobiografico crudele quello a cui assistiamo, vissuto in maniera ambivalente dall’autrice, e che consiglio a tutti di leggere. È il dolore di una figlia che ha come madre un’ex SS, resa folle dall’ideologia nazista e che a distanza di anni ancora idolatra il Fuhrer, le sue convinzioni e le azione intraprese da tutti i gerarchi nazisti e da chi come lei eseguiva gli ordini. È il dolore di una figlia che, in un ospizio per anziani, vede per la seconda volta in tutta la sua vita quella che lei non osa e non riesce a chiamare “madre”, e che è al contempo avida di sapere il passato e le idee di sua madre e restia a scoprire quello che ancora a distanza di anni sua madre osanna. È il dolore di una figlia abbandonata dalla madre che aveva deciso di arruolarsi nelle SS, cancellando e rigettando la sua vita precedente, la sua famiglia e i suoi figli. È un incontro caratterizzato da dialoghi forti, da episodi crudi, da un malessere che Helga vive sulla sua pelle e che trasmette a noi. Letto in un fiato.

Luana Indelicato