Un direttore d’orchestra ed un filosofo. Un incontro autentico tra musica e filosofia, religione e arte. A offrire la trama del dialogo la crocifissione di Masaccio, conservata in Capodimonte, e la partitura di Haydn ispirata dalle sette ultime frasi pronunciate da Cristo sulla croce e composta per la cerimonia del venerdì santo. Da un lato il quadro, a fondo dorato che ferisce gli occhi, espressione di sofferenza e passione per Cristo. Dall’altro il sonoro dello strazio della crocifissione: il dolore e l’amore ci riportano al dramma dell’avventura umana. Masaccio-Haydn diventano così, in questo dialogo d’eccezione, un’unica immagine dove le parole di Cristo morente si fanno suono e senso universale che trascende l’immagine stessa, divenendo pura astrazione. Consigliabile per riflettere.

 

recensione di Giuseppe Romito