Olanda, 1636. Il corpo di Wouter Winckel viene scoperto nella taverna di sua proprietà, orribilmente massacrato. Cittadino di larghe vedute e rispettabile uomo d’affari, Winckel possedeva anche la migliore collezione di tulipani dell’intera repubblica, fiori unici e ricercatissimi in un’epoca in cui un solo bulbo poteva valere quanto un intero palazzo. Ma chi lo ha ucciso e perché? Più di tre secoli dopo, a Londra, la storia sembra ripetersi. Un noto collezionista d’arte di origine olandese viene ferito a morte. Quando il nipote Alec giunge in suo soccorso, è già troppo tardi. L’uomo è stato torturato e ha il petto coperto di tagli. Tra le mani, stringe un antico volume finemente decorato, in cui sono rappresentate specie rarissime di un unico fiore: il tulipano. Con l’aiuto di un amico antiquario di Amsterdam, Alec decide di fare luce sul delitto. Svolgendo ricerche sul libro e su un gruppo di ricchi investitori di cui lo zio faceva parte, si ritroverà a seguire una pista che lo riporta al XVII secolo, quando la mania per i tulipani, simbolo di potere e ricchezza, era al suo apice, appena prima di una delle più devastanti crisi economiche della storia europea. Forse, per qualche motivo la febbre per quel fiore non si è ancora del tutto spenta. Forse, c’è ancora chi è disposto a tutto pur di entrare in possesso di uno dei preziosi bulbi. Perfino a uccidere chiunque si metta sulla sua strada. Suspense, non manca, intrecci amorosi, nemmeno. Il libro fa comprendere come già nel Seicento, il continente europeo, fosse alle prese con una crisi economica delle più catastrofiche, dovuta anche all’originale mercato nero dei bulbi dei tulipani. Piacevole e scorrevole lettura.

 

recensione di Luigi Romito