Se avete apprezzato “I leoni di Sicilia” sicuramente amerete anche questo romanzo conclusivo della famiglia Florio. Diciamo che rispetto al primo volume, nel quale si sono alternate diverse generazioni, in quest’ultimo i protagonisti principali della famiglia sono Ignazio e Ignazzieddu, padre e figlio, rispettivamente nipote e figlio di Vincenzo Florio. Leggere la Auci per me è stato come ascoltare mia nonna, seduta davanti ad un focolare che mi raccontava la storia del suo passato. Un racconto di famiglia, una sensazione bellissima. Con la sua scrittura coinvolgente mi ha subito catturata e fatto entrare a pieno nella storia. Tra le prime pagine del racconto vediamo che l’ascesa dei Florio sembra inarrestabile e che ormai sono conosciuti in tutto il mondo. Il matrimonio di Ignazio con una ragazza di alto rango ha fatto ormai dimenticare ai palermitani le loro origini di “facchini”. Anche se sposato con Giovanna, il cuore di Ignazio è a Marsiglia, dove vive la donna che lui ha sempre amato, che a causa delle dinamiche di quel tempo non ha potuto fare sua. Anche lui è riuscito a far ingrandire la loro ricchezza grazie all’espansione della flotta con quasi cento piroscafi e al rinnovamento delle tonnare. Purtroppo però una brutta malattia si è portato via Ignazio troppo presto. Adesso è tutto nelle mani del suo rampollo Ignazzieddu, amante del lusso, delle donne e della bella vita. Lui è dotato di idee brillante ma è anche incostante e in più non ha né l’autorevolezza del nonno né la tempra del padre ed è per questo che non riesce ad imporsi sugli altri. Anche se secondo me la protagonista indiscussa di questo ultimo capitolo è Franca Florio, sua moglie, donna dotata di grande intelligenza e considerata la più bella d’Europa. A questa donna, che D’Annunzio ha definito “l’Unica”, la vita riserverà periodi di grande gioia, alternandosi con momenti di grande tristezza, specialmente quando purtroppo vedrà la sua vita dorata andare in frantumi. Buona lettura!

Giusy Aloe