E’ il 1939 e la Germania ha appena occupato la Polonia, dando il via alla Seconda Guerra Mondiale. In questa situazione politica così grave, Madre Kazimierza, badessa portatrice di stigmate e profetessa, viene uccisa all’interno del suo stesso convento. Le indagini sono svolte dal Capitano Bora, di cittadinanza statunitense, ma appartenente ai servizi segreti tedeschi. Bora è un personaggio ben delineato: cattolico, serio, affidabile, sincero, ma anche duro nell’eseguire gli ordini. Ma sono le prime uccisioni immotivate e cruente a scalfirne l’animo; pertanto il lettore segue sia le indagini al convento, che quelle relative alla morte dell’ufficiale suo inquilino, sia i “disordini interiori dell’animo” del protagonista. Se mi è piaciuto molto il personaggio, il giallo in sé, seppur ambientato in un contesto interessante dal punto di vista storico e religioso, non mi ha convinta molto. Viste le premesse, anche culturali, mi aspettavo una soluzione meno banale e di non essere portata fuori strada concentrandomi nelle vicende del convento, per poi scoprire che il centro di tutti gli eventi era un altro!

Anto Spanò