“…le parole sussurrate all’orecchio, calde e umide come il sangue, magari anche amare, ma che hanno il potere di mutare i pensieri…” Al centro di questo testo, la Scuola Medica Salernitana dove operano sei mediche (Trotta, Rebecca, Sabella, Mercuriade, Maria e Costanza), protagoniste di sei racconti; donne che scrissero testi che poi vennero utilizzati anche da colleghi di sesso maschile e che ebbero un ruolo fondamentale della cura dei malati. “Il giorno in cui il lavoro della madre di famiglia sarà tenuto in onore come quello del medico, allora ci sarà vera giustizia.” Nei primi cinque dialoghi troviamo dunque queste figure femminili che dal XI al XV secolo emersero in campo medico prima che il Rinascimento chiudesse definitivamente la loro ingerenza in questo campo. “Fa meno paura morire in un istante che in una vita.” L’ultimo racconto invece è sì un dialogo ma inserito all’interno di una vicenda, racconto che ho preferito perché più reale, più empatico, più vivo. Con l’eccezionale presenza di Costanza, l’autrice traccia i temi dell’iniziazione femminile, dell’amore travolgente, dell’autorevolezza maschile e della famiglia patriarcale, ma soprattutto rivela che “quando tra un uomo e una donna si instaura un’alleanza, ecco che una narrazione nuova diventa possibile”. Una lettura interessante e dotta, fin troppo ricercata in alcuni dettagli, che ci apre un sipario su un periodo storico, il Medioevo, nel quale le donne detennero le posizioni di moglie, madre, artigiana, contadina e monaca, ma anche quelle direzionali come badessa, regina regnante e medica, figure che hanno segnato il nostro passato come Caterina da Siena, Teresa d’Avila e Isabella di Castiglia. Buona lettura!

recensione di Maria Valentina Luccioli

 

Editore: Robin
Collana: Le giraffe
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 28 ottobre 2020
Pagine: 264 p., Brossura
  • EAN: 9788872747278