“Mi sembra di non aver mai visto da nessuna parte del mondo un azzurro perfetto come quello. Mi viene da dire che è l’idea platonica dell’azzurro.” Questo non è uno dei suoi thriller psicologici, bensì la storia di un incontro tra tre amici, uno di quegli incontri che non capitano mai e che a volte invece ci piacerebbe poter vivere. E’ un viaggio di una notte nella sua città, Bari, una sorta di guida turistica immersa in quelle parole che solo i ricordi sanno colorare. “Ogni angolo sembrava il punto di fuga verso un infinito pieno di promesse.” E’ anche un libro introspettivo, sui sentimenti, sull’amicizia, sulle sensazioni, quelle che emergono sul filo della memoria, all’improvviso, sorprendendo prima di tutto noi stessi. “Tutto l’insieme dà l’idea di un futuro arrivato quasi di sorpresa.” Leggendolo ho sentito la stessa ansia buona provata con l’altro suo libro “Il passato è una terra straniera”, quella necessità impellente di dover finire per assaporare tutto e subito. E ne ho ricevuto – questo però solo alla fine – un insegnamento scontato e bellissimo, quello di provare a vivere la magia di essere perfettamente felici e contemporaneamente rendersene conto. Buona lettura!