Friedrich Hölderlin nasce a Lauffen am Neckar nel 1770. La sua vita è subito messa alla prova dalla morte del padre quando ha solo due anni. Inizia fra il 1784 e il 1788 gli studi di teologia prima presso i seminari di Denkendorf e Maulbronn, poi all’università di Tubinga dove conosce Hegel e Schelling. Nel 1793 viene abilitato all’esercizio di pastore, ma si rifiuta di assumere un simile incarico – non ne amava il dogmatismo e il cristianesimo privo di interiorità – rivolgendosi piuttosto alla scrittura e alla carriera accademica. Dopo essere entrato in contatto con Herder, Schiller e Goethe a Jena e a Weimar nel 1796 riprende l’attività di precettore. Successivamente si reca, sempre per tale mansione, a Francoforte sul Meno presso un ricco banchiere della cui moglie Susette s’innamora e che verrà cantata con il nome di Diotima.

È uno dei pochi periodi felici della sia vita, ma dopo le umiliazioni subìte dal geloso marito di Susette è soggetto a continue crisi di coscienza. Sempre più agitato e spesso in stato confusionale si sposta a Homburg vor der Höhe per assumere la carica di bibliotecario; serenità e lucidità torneranno a sprazzi nella sua vita fino alla catarsi completa. Si rifugia nella sua torre a Tubinga, sul Neckar. Nell’ anno della morte, il 1843, crea la sua ultima poesia La veduta, che firma con lo pseudonimo di Scardanelli.

Articolo di Daniele Brina.

ABBITTE

Heilig Wesen! gestört hab ich die goldene
götteruhe dir oft, und der geheimeren,
tiefern Schmerzen es Lebens
hast du manche gelernt von mir.

O vergiss es, vergib! gleich dem Gewölke dort
vor dem friedlichen Mond, geh ich dahin, und du
ruhst und glänzest in deiner
schöne wieder, du süsses Licht!

PREGHIERA DI PERDONO

O sacro essere! Turbato ho l’aurea
tua divina quiete, e del più occulto
più cupo dolore della vita
molto appreso tu hai da me.

Dimentica, perdona! Come le nuvole
davanti alla placida luna io passo, e a splendere
tu tranquilla riprendi
di tua bellezza, o dolce luce!