Northanger Abbey è uno degli ultimi romanzi scritti dall’autrice inglese Jane Austen e pubblicato postumo. La trama è molto semplice e ruota attorno all’avventura, in quanto l’autrice si riferisce alla sua protagonista come “la nostra eroina”, di Catherine Morland a Bath, grazie all’amicizia dei coniugi Allen che la invitano a trascorrere con loro il soggiorno nella cittadina inglese. Qui Catherine, che proviene da una famiglia piuttosto umile e di campagna, ha le prime esperienze con la società del tempo, i balli e le passeggiate, e stringe amicizia dapprima con Isabel Thorpe e in seguito con i fratelli Henry ed Eleanor Tilney. Dopo aver schivato le avances di John Thorpe, personaggio alquanto fastidioso e fratello di Isabel, anche il fratello di Catherine schiva il matrimonio con Isabel, dopo aver scoperto il suo carattere civettuolo. Nel frattempo, Catherine, che vorrebbe approfondire l’amicizia con i Tilney, soprattutto con il fratello, rimane piacevolmente sorpresa quando proprio loro la invitano a trascorrere un periodo di vacanza presso la loro dimora, l’abbazia di Northanger, Northanger Abbey appunto. Qua la nostra protagonista, appassionata di romanzi gotici, e appassionata lettrice della Radcliffe e del suo romanzo “I misteri di Udolpho” si lascia impressionare dall’atmosfera inquietante e suggestiva dell’abbazia, luogo descritto come ricco di segreti, trappole e passaggi nascosti. Il romanzo, dopo le classiche rivelazioni e colpi di scena, si chiude con il matrimonio tra Catherine e Henry, tipico happy ending dei libri della Austen.

Il romanzo si discosta un po’ dagli altri della Austen, in quanto principalmente compie una sorta di parodia dei romanzi gotici, molto in voga all’epoca. Fa anche una parodia del romanzo sentimentale, presentandoci la protagonista come un’antieroina, ingenua e semplice, lontana dalle sembianze sia fisiche che caratteriali di un’eroina dei romanzi dell’epoca. È un libro divertente, breve, leggero e scorrevole, condito dal tipico humour della Austen al quale siamo abituati. Infatti, la protagonista è il più delle volte trascinata dalla sua ingenuità e ingannata, sia da se stessa sia dagli altri personaggi, con false credenze e falsi miti. Spicca pertanto, grazie al carattere semplice e sincero di Catherine, la critica che la Austen rivolge alla società del tempo, alle sue ipocrisie e agli artifici ai quali i membri della società devono sottostare.

recensione di Luana Indelicato

Traduttore: Teresa Pintacuda
Editore: Garzanti
Collana: I grandi libri
Edizione: 9
Anno edizione: 2015
Formato: Tascabile
In commercio dal: 15 gennaio 2015
Pagine: XXIV-212 p., Brossura
  • EAN: 9788811810803