La tragedia mantiene e rispetta i caratteri classici ma con alcune differenze, ad esempio non sono presenti il coro nè altri personaggi secondari e non si dà tanto spazio alle azioni quanto alle parole che delinenao i caratteri dei personaggi ed i rapporti che intercorrono fra gli stessi. Il linguaggio è solenne ma risulta più essenziale anche grazie all’uso dell’endecasillabo sciolto. Vi è un’interessante analisi psicologica; il personaggio più interessante da questa punto di vista è Clitennestra, divorata dai sensi di colpa per l’omicidio di Agamennone, padre dei suoi figli verso i quali prova sinceri sentimenti di amore materno che sono però inconciliabili con i sentimenti di passione e abnegazione che la legano ad Egisto, verso cui i figli provano solo odio e rabbia I figli provano invece per la madre pietà e la amano nonostante tutto.I protagonisti sono dilaniati da tormenti interiori ma alla fine sarà il destino, incombente, a decidere per loro. Alfieri è stato il primo ad aver scritto tragedie in Italia per cui consiglio sicuramente quest’ opera agli amanti del teatro.

Paola Caponigro