Tess è una ragazzina ingenua, appartenente ad una famiglia che vive in condizioni misere, ma che ben presto scopre di avere una discendenza nobile ed antica, quella dei d’Uberville. Il più entusiasta di questa scoperta è il padre di Tess, uomo sfaticato e dedito all’alcol. Egli scopre la presenza nei dintorni di una ultima discendente dell’antica famiglia e manda Tess presso la sua casa per chiedere un aiuto economico, sognando già grandi cose per il futuro della propria famiglia. Purtroppo questo incontro con il figlio della donna, Alec d’Urbeville, tra l’altro usurpatore del cognome e non autentico appartenente alla nobile famiglia, sarà per Tess l’inizio di una vita fatta di dolore e rinunce. Alec approfitta dell’ingenuità di Tess e la seduce. Sopraffatta dal senso di colpa, Tess torna presso la sua famiglia, ma ormai è considerata corrotta e non può rimanere. Trova lavoro come mungitrice presso una fattoria e lì incontra il suo grande amore, Angel. Ma quest’ultimo è in grado di sopportare la verità sul passato di Tess? Certo che no! Una lunga separazione tra la coppia, si conclude con un colpo di scena finale e, per quanto mi riguarda, inaspettato. Un libro che ci riporta dritti dritti nell’ipocrisia dell’età Vittoriana e ci fa un po’ sognare, e un po’ indignare, soprattutto se noi, lettori del XXI secolo, ci soffermiamo a riflettere sul ruolo delle donne all’epoca! Decisamente un bel libro!

recensione di Anto Spanò