“Era così, dunque, una madre? Niente da cui difendersi, nessuno per cui fingere; non una polveriera, ma una polvere magica che dissolveva gli obblighi e la finzione; un abbraccio rotondo e caldo. Con Sabina, Nicola non avrebbe avuto paura. Lei lo aspettava, non lo costringeva a nulla, neanche ad amarla, non interpretava i suoi pensieri, non si sostituiva a lui, non sosteneva l’opposto di ciò che Nicola desiderava davvero.” Tutti quelli che hanno letto questo libro prima di me mi avevano detto che è stupendo: avevano ragione. Poco più di 100 pagine di emozione e potenza. I protagonisti della storia sono Nicola, un bambino di 9 anni, e Barbara, una ragazza di circa vent’anni. Entrambi hanno una storia famigliare difficile, quasi malata. Entrambi rimangono coinvolti nella tragedia del terremoto che ha distrutto Reggio Calabria e Messina. Entrambi ripartiranno dal dramma per costruire una nuova vita. Siamo agli inizi del ‘900 e la terra trema distruggendo case, famiglie e vite. Ma la devastazione e le sue immediate crudeli conseguenze (causate anche dall’uomo e non solo dalla natura) diventano occasione per costruire nuovi rapporti, non legati a parentele di sangue, ma comunque fortissimi. È proprio la potenza di queste nuove relazioni a rendere il romanzo unico e meraviglioso. Vi consiglio di leggerlo!

 

Alessandra Micelli