Lucca, estate 1974: da un appartamento al numero 35 di via Dei Fossi si sprigiona un tanfo insopportabile. Sul posto accorre una gazzella dei carabinieri, al comando del tenente Simone Morelli, che si trova di fronte all’enorme cadavere di una donna in avanzato stato di decomposizione. A complicare la vicenda, l’inspiegabile e misteriosa scomparsa del piccolo figlio della gigantessa. Più di quarant’anni dopo, una famiglia milanese, in cerca di una nuova vita e di tranquillità, si trasferisce nella splendida città toscana, ignara di dover recitare la propria parte all’interno di un caso che pareva chiuso per sempre. Tra fantasmi del passato e inquietanti presenze, i protagonisti si confrontano con un destino che pare già segnato, vittime delle proprie debolezze, ma spinti da una carica di profonda umanità. L’intricata matassa degli eventi e dei pensieri si riannoda ogniqualvolta sembra dipanarsi e solo alla fine sarà possibile trovarne il bandolo. “Via dei fossi 35” di Patrizia Scialoni. Erano anni che non leggevo un libro così coinvolgente. Ci ho messo una settimana a leggerlo, ho avuto paura e sentito i brividi tutto il tempo. All’inizio ho riscontrato qualche piccolo difetto, non ero convinta.dopo poche pagine la paura si è impossessata di me e non mi ha abbandonata più. Patrizia Scialoni descrive la follia umana come pochi. Da madre e da essere umano ho pianto. Un viaggio senza ritorno. La Scialoni meriterebbe un successo planetario anche solo per questo libro. Da anni dormivo bene e da oggi sento che per tanti altri non dormirò più con il cuore leggero, nuovamente. Un mostro di bravura. Un’ autrice che ha sfornato un capolavoro. È arrivata dove molti scrittori famosi non arrivano.
Anastasia De Masi