Pietro Spada è un giovane comunista che torna nella sua terra, nella Marsica, dopo un lungo esilio volontario all’estero, per sfuggire dalle grinfie temibili dei fascisti. Ad attenderlo ci sono alcuni suoi ex compagni di scuola che lo aiutano a nascondersi e provvedono al suo sostentamento. Per una perfetta copertura si traveste da prete e si trasferisce in un paesino a Pietrasecca. Per un fervente comunista l’abito talare è molto inusuale e “scomodo”. Ma ben presto il giovane prete, grazie alla sua profonda umanità ed empatia, diventa per la comunità un punto di riferimento rilevante. Aiuta e salva una ragazza da un aborto clandestino, assiste una giovane donna destinata ad una vita monacale, è di conforto ai suoi fedeli. I temi principali dell’opera sono la politica sottolineando l’attivismo e la militanza, la brutalità del regime con la condiscendenza della povera gente, la religione con le molteplici domande sul mistero della fede. Come in Fontamara, romanzo di spicco dello scrittore abruzzese, narra e descrive la figura dei “cafoni” con le loro tradizioni e superstizioni, ignoranti ma molto legati alla propria terra e predestinati ad una sorte già decisa. Un parere molto personale e forse un po’ forzato, facendo un parallelismo tra grandi romanzieri, posso affermare che Ignazio Silone, per stile letterario, per le tematiche ambientali differenti per i luoghi ma comuni per l’amore della propria terra, per la narrazione e descrizione degli “ultimi” della società, si avvicina molto ad un grande romanziere del XX secolo: John Steinbeck. A voi confermare questa mia tesi o contestarne il pensiero.
Edizione Mondadori
Antonio Martino