Giugno 2005, Sookie Poole è una mite donna di cinquantanove anni, vive con il marito Earle nella pacifica cittadina di Point Clear, in Alabama. Pensa di poter finalmente vivere una tranquilla esistenza, dopo aver trascorso anni frenetici a causa della preparazione delle nozze delle sue tre figlie. “Contrariamente a tutte le aspettative, era sopravvissuta all’ultimo matrimonio delle tre figlie, Dee Dee, Ce Ce e Le Le. L’unico ancora da accasare era il maschio, Carter, che aveva venticinque anni e viveva ad Atlanta. Sarebbe stata la povera madre della sposa (che Dio avesse pietà di lei) a organizzare il lieto evento. Per le nozze di Carter Sookie ed Earle avrebbero dovuto solo presentarsi e sorridere.” L’unica a movimentare Sookie e l’intera comunità è Lenore Simmons Krackenberry, la mamma, soprannominata dai figli “la Vittoria alata”. È una donna da una spiccata personalità egocentrica, sempre pronta ad esprimere la propria opinione su tutto e su tutti. “Dal momento che non era mai stata una donna silenziosa in nessun senso della parola, la si sentiva arrivare da chilometri di distanza come un cavallo bardato a festa, accompagnato da uno squillante tintinnio di bracciali, collane e perline. Di solito iniziava a parlare prima ancora di comparire.” Nel corso della storia scopriremo quanto questa donna ha dato filo da torcere alla figlia, sin dall’infanzia: avrebbe voluto che fosse fisicamente e caratterialmente più simile a lei. Una megalomane pronta a alterare arbitrariamente la realtà pur di assicurarsi ciò che desidera. “La sposa di ogni matrimonio, la salma di ogni funerale”, viene descritta dall’autrice. Una madre estremamente ingombrante, soprattutto per una persona come Sookie, schiva e introversa. Per Lenore hanno un gran peso gli antenati e la loro storia, tanto da far promettere a Sookie di lucidare settimanalmente e non smembrare mai l’argenteria che la famiglia si tramanda da generazioni, perché “Ricorda, Sookie, nulla indica il livello sociale di una famiglia più dell’argento buono e delle perle vere. Il resto non conta.” La classica donna alto-borghese americana, insomma, che spesso s’incontra in letteratura e non solo. A me ha ricordato molto Emily Gilmore della serie “Una mamma per amica”, un personaggio controverso, adorabilmente disarmante nel suo essere snob. E tale è Lenore che pur tiranneggiando gli altri è amata da tutti. La vita di Sookie, però, è improvvisamente sconvolta da una rivelazione “Oh, Dena…mi ha chiamata un tizio dal Texas e ha detto che non ero chi credevo di essere, e in quel momento credevo di sapere chi ero. Ma ieri ho ricevuto una lettera e ho scoperto di essere stata adottata. Lenore non è la mia vera madre e papà non era il mio vero padre. E non solo. Ho un anno in più di quello che pensavo. Non sono nemmeno un Leone. Ho letto l’oroscopo sbagliato per tutta la vita.” Da questo momento la narrazione del romanzo si alterna: capitoli che riguardano il presente di Sookie, turbata da questa novità, avvicendati a quelli ambientati nel Wisconsin dalla fine degli anni ’20 sino alla II guerra mondiale. Conosciamo così la famiglia Jurdabralinski, che gestisce la pompa di benzina “Wink’s Phillips 66”. In particolare le avventure di una delle sorelle, Fritzi, pilota acrobatica e poi membro della WASP, Women Airforce Service Pilots. Fannie Flagg dedica pagine interessantissime a queste “pioniere del volo”, così poco considerate, il cui valore e ruolo fondamentale è stato riconosciuto solo recentemente. Ma cosa hanno in comune Sookie e Fritzi? È facile intuirlo, ma non è come sembra! Potrete scoprirlo solo leggendo questo delizioso romanzo. Un romanzo che ci racconta della forza delle donne. Una storia tutta al femminile, o quasi, con personaggi ironici, tenaci e idealiste, talvolta stravaganti, che si fanno amare proprio per la loro estrosità. Con humor e leggerezza s’intreccia la trama tra passato e presente, narrandoci sia le quotidiane traversie personali che la storia americana, quella sconosciuta ai più; affrontando molteplici temi importanti su cui riflettere, come ad esempio quello dell’adozione, senza mai appesantire la narrazione. Bellissime le descrizioni dei paesaggi visti dall’alto. Le pagine scorrono veloci e alla fine non vorresti abbandonare i personaggi a cui, grazie allo stile originale e ammaliante dell’autrice, ci si è affezionati. Una piacevole e incantevole lettura, che vi farà trascorrere qualche ora in buona compagnia. “Ho guardato giù e le colline si sono tinte di un giallo limone vivacissimo, e c’era un arcobaleno davanti a me. Quando l’ho attraversato, te lo giuro, Billy, ho guardato fuori e le ali splendevano di rosa, verde e azzurro, ed ero così felice che sarei voluta restare lassù tutto il giorno.”
La bibliatra