La sensazione che si prova quando si arriva all’ultima pagina è quella di smarrimento e inquietudine. È un libro che rilascia emozioni e porta via un qualcosa… la sensazione predominante durante la lettura è un disagio crescente. Siamo in un’epoca dove il mondo è diviso in tre enormi stati. Lo stato in cui si svolge la storia è completamente governato da un sistema che non permette libertà alcuna. La gente è perennemente osservata e studiata, la lingua viene modificata per far post a un linguaggio scarno allo scopo di ridurre ogni libertà espressiva. Non c’è spazio per le emozioni, per il libero pensiero, anche l’espressioni facciali possono tradire. Le capacità cognitive vengono ridotte e manipolate, tutto è, e deve essere controllato. In questo scenario spaventoso e inquietante, un uomo e una donna tentano di rimanere lucidi e afferrare quel briciolo di umanità che viene sottratta a tutti. Si assiste a una vera persecuzione dell’umanità. L’ultima parte del libro è stata la più difficile da affrontare, ogni pagina aumentava il senso di oppressione che inevitabilmente il libro suscita. Un libro terrificante per il tema che tratta e per la chiarezza con la quale l’autore lo presenta a noi lettori. Si può parlare di distopia ma considerando i giorni nostri il termine più adatto potrebbe essere profetico. È una lettura scioccante ma necessaria che spinge a una lunga e accurata riflessione e che non lascia di certo indifferenti. Mi ha lasciato emozioni diverse e mi ha tolto quel po’ di serenità e rilassatezza che incorniciano i miei momenti di lettura.

 

Anastasia Pisani

Libri di George Orwell

George Orwell

1903, Motihari, India

Scrittore inglese. Nato nel Bengala, compì gli studi a Eton. Ritornato in India nel 1922, vi rimase cinque anni al servizio della polizia imperiale indiana in Birmania. Questo soggiorno diede lo spunto al suo primo romanzo, Giorni in Birmania (Burmese days, 1934).
Rientrato in Europa, il desiderio di conoscere le condizioni di vita delle classi subalterne lo indusse a umili mestieri nei quartieri più poveri di Parigi e di Londra, esperienza che narrò in Senza un soldo a Parigi e a Londra (Down and out in Paris and London, 1933).
Nel libro inchiesta La strada per Wigan Pier (The road to Wigan Pier, 1937) descrisse con amaro verismo la vita dei disoccupati. Partecipò alla guerra civile in Spagna, combattendo nell’esercito repubblicano; in Omaggio alla Catalogna (Homage to Catalonia, 1938) emerge una posizione duramente critica nei confronti del partito comunista spagnolo e dell’Unione Sovietica, accusati di aver distrutto la sinistra anarchica favorendo la vittoria dei falangisti.
Violentemente contrario ai metodi staliniani, scrisse una satira brillante e dolorosa del comunismo russo in La fattoria degli animali (Animal farm, 1945); infine, portando alle estreme conseguenze la sua avversione a ogni tipo di totalitarismo, diede nel suo ultimo romanzo, 1984 (1949), un’immagine avveniristica, tanto terrificante quanto plausibile, della società mondiale. Orwell lasciò anche saggi originali su argomenti di critica letteraria e di sociologia.

Fonte: Enciclopedia della Letteratura, Garzanti 2007