Cosa succede ad un uomo che si rende conto di quanto sia banale l’esistenza, di quanto il tempo macini tutto lasciando detriti che si dissolvono perdendo peso e significato? E soprattutto quante cose si scompongono dentro di noi quando viviamo un lutto? “Fu attratto dalla profondità dello spazio, da quell’immensa vertigine nera resa seducente dal bagliore delle prime stelle.” Sebastiano Nata ci porta a conoscere e vivere le metamorfosi di un uomo, Marco, che di fronte alla morte prematura e inaspettata del fratello Domenico, si domanda quale sia il valore delle cose nella vita. “Ma poiché nella vita tutti finiscono per essere sottomessi, c’è da chiedersi se non sia meglio essere sottomessi a un principale qualsiasi piuttosto che schiacciati dall’ambizione. O dall’avidità.” Una meditazione spietata e ben narrata che si riassume forse in queste poche parole “l’unica decisione che gli appariva sensata era quella di vivere. Vivere secondo le regole sue, non imposte dagli altri.” Un libro diretto e ben scritto che ci insegna che bisogna vivere, non rimandare sempre. Buona lettura!

 

recensione di Maria Valentina Luccioli

 

Editore: Feltrinelli
Collana: I narratori
Anno edizione: 2010
In commercio dal: 5 ottobre 2009
Pagine: 251 p., Brossura
  • EAN: 9788807018015