“La ruggine del tempo” è un romanzo di Dario Galimberti, edito da Libro/Mania e pubblicato nel 2021. Viene raccontata la terza indagine del delegato di polizia Ezechiele Beretta, delegato di polizia nella città di Lugano, il quale si vede coinvolto nell’indagine relativa a tre strane morti avvenute nel 1881, cinquant’anni prima degli anni in cui viene ambientata la vicenda, nei primi anni Trenta. Beretta ne viene a conoscenza quando sua madrina, Liside, in punto di morte gli chiede di indagare sulla morte del barone Von Derwies, morto dopo la figlia Vera. Nello stesso periodo muore anche un ragazzo che lavorava a corte, Niuto. Negli stessi giorni in cui il Beretta scopre la vicenda dei vecchi baroni, viene anche rinvenuto il cadavere di una donna, evento che spinge il delegato di polizia ad indagare sulla vicenda, capendo che tra i due omicidi, quello del 1881 e quello degli anni Trenta, è presente un legame, volendo scoprire a tutti i costi ciò che è successo. Il romanzo è scritto molto bene, ben articolato e porta il lettore a scoprire la storia man mano che la vicenda va avanti, accompagnandolo nelle vicende di Ezechiele. I dialoghi sono portati avanti splendidamente dallo scrittore, che fa si che non venga lasciato nulla al caso, intrecciando due casi che a prima vista possono sembrare molto lontani tra loro, dove a prima vista non sembra essere presente un legame ma questo è ben stretto e ben forte. Il libro è ambientato nella Lugano degli anni Trenta, della quale si percepisce un’atmosfera quasi autunnale, nonostante il romanzo sia ambientato in un primo momento nei giorni del Capodanno e nel mese di Aprile in un secondo momento. Viene raccontato anche un piccolo spaccato del nord d’Italia di quegli anni, con una prima migrazione interna di molte persone che dal sud della penisola si recano o verso il Nord oppure andando nelle nazioni europee più prossime all’Italia. Primo romanzo che leggo di questo scrittore ma sicuramente non l’ultimo, una vicenda capace di appassionare il lettore dalla prima all’ultima pagina, accompagnandolo nell’indagine di Ezechiele Beretta. Consigliato!

 

Lorenzo Peluffo

 

Dario Galimberti

Architetto e responsabile del corso di laurea in Architettura della Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI). Ha ricevuto diversi premi per la sua attività accademica e per il suo lavoro come architetto. Ha pubblicato scritti specialistici su riviste di settore e alcuni testi professionali tra i quali: Gli strumenti da disegno prima del computer. Ha esordito nella narrativa nel 2014 con il romanzo Il bosco del grande olmo (Robin, 2015). Con Libromania ha pubblicato Il calice proibito (2015), L’angelo del lago (2017) e Un’ombra sul lago (2019).