“L’ipotesi del male” è un romanzo di Donato Carrisi, il secondo del ciclo di Mila Vasquez, ispettrice specializzata nella ricerca di persone scomparse. Mila viene chiamata urgentemente a causa dell’ omicidio di un’intera famiglia da parte di una persona facente parte del gruppo degli scomparsi nel nulla. Ma non è il solo caso: a questo sono ne collegati altri dove gli assassini risultavano precedentemente scomparsi e di cui non si avevano notizie da anni. Mila, appunto, viene chiamata a indagare su questo caso, insieme alla squadra di quello che viene chiamato il Limbo, ovvero il luogo dove si indagano le sparizioni di persone scomparse nel nulla. Omicidio dopo omicidio si viene a conoscenza di sparizioni avvenute anni prima, sparizioni che erano state affidate a Simon Berish, ultimamente specializzato in interrogatori con casi particolarmente complessi. Con Berish, Mila viene a conoscenza dell’ipotesi del male: fare il bene per fare il male, fare il male per fare bene. Non dico altri aspetti della trama perchè non vorrei fare spolier, e fidatevi che è una cosa molto difficile da non fare. Ho amato questo libro, che ho letteralmente divorato in questi giorni, e devo dire che Carrisi non si smentisce mai; lo stile è scorrevole, ogni parola è importante per lo sviluppo della storia, come ogni singola azione che viene svolta dai personaggi. I personaggi stessi sono perfetti, in particolar modo Mila che si può intendere come uno dei più grandi personaggi femminili dello scrittore. Il personaggio di Berish subisce una trasformazione dalla sua prima comparsa, e anche il legame che si crea tra Mila e Berish è uno degli aspetti che fanno grande questo romanzo. Le indagini stesse sono ben curate e in ogni singolo omicidio è sempre presente qualcosa che faccia sembrare la storia conclusa, ma anche il minimo indizio è importante e nulla è da lasciare al caso. Ho trovato questo romanzo scorrevole, pieno di suspense e di momenti in cui bisognava rileggere due volte la frase per capire se quello che era stato letto era vero oppure no. Risulta impossibile non affezzionarsi ai personaggi e alle loro storie di vita privata, cose che li rendono ancora più vivi e ancora più vicini a noi. Non vedo l’ora di continuare a leggere gli altri romanzi dello scrittore, sia quelli che sono già stati pubblicati sia quelli che pubblicherà nei prossimi anni.
Lorenzo Peluffo