Questo romanzo è l’espressione dell’arte del kintsugi e della visione del wabi-sabi. Vittoria la protagonista del libro, perde il padre in un incidente stradale quando era piccola e non ricorda la sua infanzia. La madre si comporta come non esistesse e Vittoria vive di apparenze. Tuttavia, il suo corpo si ribella, vuole trovare una via di uscita, l’unico modo che ha sono gli attacchi di panico. Presa consapevolezza, vuole farsi aiutare e va da un’analista. Vittoria però, non mette in conto che per guarire deve pian piano lasciare che le sue barriere cadono. Dopo varie sedute, riesce ad aver fiducia, anche merito dell’incontro con Ion (un ragazzo rumeno, distante anni luce da ciò che è lei e come la vuole la società in cui vive, ma che hanno una cosa che li unisce: le ferite), riesce a rimettere i pezzi al suo posto, nonostante siano crepe, e imparare a non nasconderle più. Ho letto dei saggi con questo “filosofia” giapponese e un paio di romanzi; questo libro ha una storia reale, che ognuno più o meno ha avuto l’esperienza di rattoppare le ferite, soprattutto quelle dell’anima. Un romanzo con scrittura scorrevole e poco impegnativo, eppure ha un tema molto profondo e delicato. Consigliato.

recensione di Elena Antonini

 

Editore: Garzanti
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 23 maggio 2019
Pagine: 288 p., Rilegato
  • EAN: 9788811602750