Dopo Il Vangelo secondo Gesù Cristo José Saramago attraverso questo romanzo ci racconta in modo personalistico un personaggio chiave dell’antico testamento e della letteratura dantesca: Caino. Credenti e non credenti siamo a conoscenza della storia biblica di Caino e Abele, della bontà della vittima e della malvagità e dell’invidia dell’assassino. Dopo l’omicidio, Caino per espiare la propria colpa è costretto a vagabondare in luoghi e tempi diversi, viaggiando in una realtà parallela spazio-temporale, assistendo a fatti biblici dell’antico testamento come il sacrificio di Isacco, la distruzione della torre di Babele e di Sodoma e Gomorra, i dieci comandamenti dati a Mosè. Tutti questi avvenimenti sono funzionali alla narrazione e alla posizione atea e antidogmatica dello scrittore portoghese. Caino l’emblema della malvagità umana, coraggiosamente punta il dito verso l’Onnipotente accusandolo di essere iracondo e non misericordioso, vendicativo e non comprensivo verso gli uomini così fragili e “costretti” a coabitare con il peccato. Il fraticida ammette e sconta la propria colpa e il proprio errore e “indossando” la veste del giudice incalza Dio ad ammettere le proprie responsabilità. José Saramago oltre ad essere stato un grande romanziere è stato un immenso libero pensatore e questa opera ne è testimonianza viva.

edizione Feltrinelli

 

Antonio Martino