Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui possa fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono.  Perchè il perdono, alla fine, è arrivato o no? Non lo sapremo mai e forse nemmeno lo saprà Briony, l’artefice di tutto, la burattinaia che, con la consapevolezza dei bambini che vogliono dimostrare di essere grandi, cambierà e rovinerà la vita della sorella Cecilia e dell’amato Robbie, figlio della domestica ma trattato come un pupillo dal padre delle ragazze. Espiare le proprie colpe, quando ormai è troppo tardi, a cosa serve? Cosa può e come può cambiare il corso degli eventi? È attorno questo interrogativo che gira la storia, che va avanti e indietro raccontata dai diversi occhi dei protagonisti. A quali conseguenze può portare la fantasia e l’arroganza dei bambini? A tratti l’ho trovato noioso, troppe descrizioni minuziose sull’architettura interna ed esterna della casa, della campagna inglese. Appesantiscono il racconto che secondo me di suo non spicca per essere “veloce”. Solamente quando si innesca la catena degli eventi prende vita il romanzo. Mi è piaciuto? Devo ancora capirlo, perchè sebbene avessi aspettative altissime, non vedevo l’ora di finirlo ma perchè reso lento dall’autore, non di certo per la trama.

 

Luana Indelicato