L’uomo non capisce quello che è un bene per lui neanche quando se lo ritrova sotto il naso.

William Cuthbert Faulkner (New Albany, 25 settembre 1897 – Byhalia, 6 luglio 1962), è stato uno scrittore, sceneggiatore, poeta e drammaturgo statunitense. Viene riconosciuto come uno dei scrittori modernisti statunitensi più importanti di sempre, scrivendo romanzi soprattutto con una dose di carattere psicologico, e visto come il “rivale” vivente di Ernest Hemingway, il quale fu sempre lontano dallo stile della sua scrittura, inoltre vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1949. Scrisse romanzo di spessore come: Santuario e L’urlo e il furore. Il 25 settembre del 1897 nasceva a New Albany, William Cuthbert Faulkner da Murry Cuthbert Falkner e Maud Butler. Muore il 6 luglio del 1962 a Byhalia  a causa di un infarto.

Da dietro lo schermo di cespugli che circondava la sorgente, Popeye guardava l’uomo che beveva. Un sentiero appena visibile portava dalla viottola alla sorgente. Popeye guardò l’uomo – un uomo alto e magro, senza cappello, con un paio di vecchi pantaloni di flanella grigia e una giacchetta di tweed sul braccio – venire giù per il sentiero e inginocchiarsi a bere alla sorgente.
La sorgente scaturiva alle radici di un faggio e fluiva su un fondo sabbioso ondulato a volute. Era i circondata da un folto di canne, rovi, cipressi e eucalipti sul quale, come dal nulla, si posavano chiazze di luce. Da qualche parte, nascosto, segreto e tuttavia vicino, un uccello cantò tre note e tacque.
Alla sorgente, l’uomo che beveva teneva il viso accostato alle miriadi di infranti riflessi del suo bere. Quando si tirò su, vide in mezzo ad essi il riflesso scheggiato della paglietta di Popeye, anche se non aveva sentito alcun rumore.
Vide, che lo fissava di là della sorgente, un uomo minuto, le mani nelle tasche della giacca, una sigaretta che gli pendeva sul mento. Indossava un vestito nero, con una giacca stretta e corta. I pantaloni, rimboccati una volta, erano incrostati di fango sopra le scarpe infangate. Il viso era di uno strano colore esangue, come visto alla luce elettrica; contro il silenzio assolato, con quella paglietta di traverso e i gomiti un po’ in fuori, aveva la piatta crudeltà della latta pressata.
“Da Santuario”