“È inutile dire agli esseri umani di accontentarsi di un’esistenza tranquilla, perché sono fatti per l’azione e, se non la trovano, la creano.” Come in molti mi avevano anticipato, questo capolavoro della letteratura inglese mi ha conquistata. Jane Eyre è una protagonista indimenticabile, in cui mi sono immedesimata e che ho capita a ogni passo. Mi ha ricordato Joey Potter di Dawson’s Creek: è povera, studiosa, appassionata, coraggiosa, orgogliosa e fragile. Mi ha ricordato Cenerentola: maltrattata dalla famiglia affidataria, trova poi il riscatto e l’amore da favola (o quasi). Dunque, come non amarla? Jane è un’orfana, cresciuta da una zia che l’ha bistrattata e poi lasciata in collegio dove vive momenti difficili ma dove finalmente mette le basi della sua cultura e della sua stessa personalità; qui diventa donna e, una volta uscita, riesce a trovare lavoro come istitutrice. Mr. Rochester, il nobile da cui è ingaggiata, è un uomo un po’ burbero e insondabile. I due si innamorano ma un terribile segreto viene a galla il giorno delle nozze. A quel punto Jane scappa, cercando di lasciarsi alle spalle la difficile vicenda del suo fidanzamento e il suo sentimento, che però è troppo forte. Tornerà dall’uomo amato e con lui troverà la forza di affrontare la malattia e i fantasmi del passato. Io ho adorato questo libro che forse è apprezzato di più da un pubblico femminile.
Alessandra Micelli
Libri di Charlotte Brontë

Charlotte Brontë

1816, Thornton, Yorkshire

Scrittrice inglese. Figlia di un ecclesiastico irlandese, nel 1820 si stabilì con la famiglia a Haworth, nella regione delle brughiere. Fin dall’infanzia Charlotte, lasciata sovente a se stessa, insieme con le sorelle Emily e Anne e al fratello Branwell, creò con loro un mondo immaginario, sul quale i ragazzi costruirono complicati cicli di storie infantili. Studiò in modo irregolare presso due collegi, nel secondo dei quali tornò poi come insegnante dal 1835 al 1838. Dopo aver lavorato per un breve periodo come istitutrice, si recò a Bruxelles e qui, nel 1843, insegnò in una scuola. Tornata a Haworth, nel 1854 sposò il coadiutore del padre, A.B. Nicholls, e cominciò a scrivere romanzi: il primo, Il professore (The professor), fu pubblicato solo nel 1859, mentre il secondo, Jane Eyre* (1847), ebbe un successo immediato: ma parte della critica restò scandalizzata dalla descrizione della passione amorosa della protagonista, una donna rispettabile. Seguirono Shirley (1849) e Villette (1852), quest’ultimo, come Il professore, parzialmente autobiografico. Jane Eyre, il suo romanzo più noto, possiede un indubbio vigore melodrammatico, che l’autrice trasse dalle sue stesse frustrazioni e fantasticherie.

Da: Enciclopedia della letteratura, Garzanti 2007